Per il momento siamo a una proposta. Dettagliata, ma pur sempre di proposta si tratta. Quella che Fastweb, Wind e Vodafone hanno già recapitato alle autorità competenti chiedendo loro di avviare il progetto di creazione della "new company" che dovrà realizzare la rete di nuova generazione e portare Internet in fibra ottica a tutti gli italiani (sostituendo in toto il doppino di rame). Una società che dovrà coinvolgere operatori telco (nessuno escluso) e soggetti pubblici e privati, che dovrà essere intesa, queste le intenzioni, come un passo in avanti comune.

Il progetto dell'infrastruttura ultra broadband su base nazionale alla base dell'iniziativa targata Fastweb, Wind e Vodafone, illustrata ufficialmente alla stampa oggi (venerdi 7 maggio, ndr) a Milano dagli amministratori delegati delle tre società, è chiara negli intenti ma difficile da capire come potrà essere tradotta in iniziative sul campo.

Un progetto che pare abbia trovato il gradimento del governo e del viceministro Paolo Romani, che però ha già avvertito come, per dare concretezza al progetto Ngn, il fatto di coinvolgere Telecom Italia sia indispensabile. Ben venga l'iniziativa congiunta, insomma, ma lasciar fuori a priori l'azienda ex monopolista non è possibile. Il punto, fotografato perfettamente dal presidente dell'Agcom Corrado Calabrò, è se Telecom è disposta a fare la rete di nuova generazione con i tre operatori. Fra inviti al dialogo, ammiccamenti e prese di posizione ciò che fa sperare è il fatto che dall'Autorità garante per le comunicazioni le regole tanto auspicate arriveranno e non saranno cucite addosso a un progetto in particolare. Che poi quella di Vodafone, Fastweb e Wind sia una mossa per battere cassa, per ottenere cioè condizioni migliori per operare come concorrenti di Telecom, ci può anche stare, anche se i diretti interessati hanno usato ben altre argomentazioni per presentarla ufficialmente.

Il pilot a Roma: 7.400 abitazioni da rame a fibra entro luglio
Il progetto sottoposto alle istituzioni prevede, recita la nota congiunta emessa dalle tre società, la realizzazione di un'unica rete «Fiber To The Home (Ftth), in modalità punto-punto, che raggiungerà direttamente le case e le imprese e consentirà connessioni sempre più veloci con prestazioni ed affidabilità superiori all'attuale rete in rame con l'ulteriore vantaggio derivante dai minori costi di manutenzione tipici della fibra.

I numeri dell'attuale piano di cablatura sono già noti: copertura di 15 città per circa 10 milioni di abitanti entro cinque anni con un investimento di circa 2,5 miliardi di euro, da ripartire tra tutti gli operatori e le istituzioni coinvolte e con pareggio finanziario previsto in nove anni (nella migliore delle ipotesi).

In una seconda fase, l'estensione della rete Ftth potrebbe toccare in 5-0 anni 500 comuni con più di 20.000 abitanti e raggiungere così il 50% circa della popolazione italiana. Il tutto con un ulteriore spesa di 8,5 miliardi di euro e un ritorno economico stimabile in 11 anni. I primi passi, certi, di questo progetto si vedranno a Roma, dove Fastweb, Wind e Vodafone hanno già lanciato la prima sperimentazione pilota di una rete in fibra ad alte prestazioni e aperta agli operatori nell'area della Collina Fleming.

L'obiettivo dichiarato è di realizzare collegamenti punto a punto (il cavo in fibra va dalla centrale direttamente alla casa del cliente, senza passare da una stazione, denominata tecnicamente "splitter", intermedia) a 7.400 unità immobiliari entro fine luglio 2010.
L'area, dicono i portavoce delle tre società, è stata scelta perché rappresentativa di un bacino di utenza servito da più operatori (Telecom Italia compresas). A loro il privilegio di testare i benefici del passaggio dal doppino di rame alla fibra ottica per navigare sul Web, scaricare video e guardare la Tv via Internet. Un passaggio che sotto il profilo dei costi per l'utente dovrebbe essere del tutto indolore.